Cosa intendiamo per comportamenti problema?
I comportamenti problema a scuola
Tutti i bambini possono vivere situazioni di disagio a volte difficili da identificare, di cui l’espressione comportamentale può rappresentare solo un indicatore.
I cosiddetti “bambini difficili” rappresentano una fonte di preoccupazione per i genitori e gli insegnanti, in quanto impegnano risorse emotive e fisiche che metterebbero a dura prova il benessere psicofisico di chiunque. Questo vale sicuramente per i genitori, ma anche per le insegnanti avere a che fare con un bambino con difficoltà comportamentali può essere emotivamente frustrante se non si hanno gli strumenti adatti per agire.
Per poter agire in modo efficace è fondamentale comprendere quali sono le variabili in gioco rispetto alle risposte comportamentali ed emotive del bambino: aspetti legati alla fase di sviluppo o dell’apprendimento, della personalità o dell’ambiente in cui il bambino vive e si rapporta.
È solitamente definito “problematico” un comportamento che crea difficoltà allo sviluppo, all’apprendimento e alla socializzazione della persona in quanto è considerato pericoloso o non è accettabile dal punto di vista sociale, o viene considerato come un eccessivo impiego di energie o di tempo.
È definito problematico un comportamento che limita la libertà di espressione di un individuo o che determina una sua condotta disfunzionale.
Gli studi condotti negli ultimi decenni portano a considerare il comportamento umano attraverso l’approccio bio-psico-sociale. In base a tale modello un comportamento può essere compreso solo se osservato nei diversi contesti in cui esso si manifesta. Per cui, come si accennava precedentemente, bisognerà prendere in considerazione tutti i fattori che ruotano intorno ad un determinato atteggiamento.
Un passo fondamentale è l’analisi del comportamento-problema che avverrà partendo da alcune considerazioni principali:
- Il comportamento problematico è sempre veicolato da uno scopo specifico;
- Il suo significato varia in base al contesto ed è spiegabile come una risposta funzionale a determinate circostanze ambientali;
- L’espressione del comportamento-problema è connessa a ciò che il bambino, attraverso quel sintomo, desidera esprimere;
- Un determinato comportamento problema può avere diverse funzioni in base al contesto in cui si manifesta.
Per cui prima di essere risolto il comportamento problematico va letto e interpretato. È necessario partire dal presupposto che l’assunzione di un determinato atteggiamento è un modo per esprimere un bisogno attraverso modalità disfunzionali perché tale bisogno non è stato visto o compreso.
L’intervento o percorso educativo sarà una diretta conseguenza delle ipotesi ricavate dall’analisi funzionale, per cui sarà necessario esaminare e lavorare sugli “antecedenti”, ovvero tutte quelle situazioni che precedono la messa in atto di quel comportamento, e/o sul comportamento stesso e/sulle conseguenze di quel comportamento. Individuare delle conseguenze stabili al comportamento, permette di comprendere qual è la possibile funzione e quindi di poter intervenire efficacemente per modificarlo.
Tra le conseguenze più frequenti bisogna considerare il riuscire ad ottenere attenzioni. Che siano attenzioni positive o negative talvolta non ha molta importanza, purché siano attenzioni da parte dell’insegnante o dei compagni. Altre conseguenze per cui il mettere in atto il comportamento problema risulta funzionale sono: interruzione dell’attività (perché noiosa o troppo complessa), uscita dall’aula, assistenza ed aiuto per lo svolgimento dei compiti.
L’analisi di questi aspetti prevede, dunque, un intervento su più livelli:
- Lavorare sugli antecedenti: anticipare la richiesta e indicare conseguenze positive sull’adempimento della stessa;
- Lavorare sul comportamento: fornire alternative di tipo comunicativo, ovvero sostituire il comportamento inadeguato con la possibilità di comunicare uno stato di malessere; fornire modelli di comportamento alternativi;
- Lavorare sulle conseguenze significa rinforzare tutti quei comportamenti positivi che possono sostituire quello problematico. Per comportamenti positivi intendiamo: comportamenti più adeguati al contesto sociale e più efficaci
In tutto questo avrà un ruolo fondamentale riuscire a comprendere ed accogliere le emozioni del bambino. La relazione che l’insegnante è riuscita ad instaurare con lui, al di là dei comportamenti problema, sarà il punto cardine del successo dell’intervento.
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